Home Invasioni Superlega, ipotesi tamponi rapidi e creazione di gironi a quattro. Ma si allarga il fronte del ‘no’

Superlega, ipotesi tamponi rapidi e creazione di gironi a quattro. Ma si allarga il fronte del ‘no’

di Fabio

La nuova tendenza in SuperLega sembra, quindi, essere questa: calendario ‘dinamico’ per erodere il monte partite da disputare, mandando in campo chi può. Allora nel week-end ecco Lube-Tonno Callipo (anticipata di una settimana per l’impossibilità di affrontare – rispettivamente – Perugia e Cisterna), ma anche Modena-Padova (tecnicamente in calendario alla settima di ritorno) per ovviare allo stop causa Covid di Verona e Ravenna, incontri che si affiancheranno ai match invece regolarmente previsti dalla decima di andata, vale a dire Piacenza-Monza e Trento-Milano. 
Ma intanto, crescono oltre il livello di guardia le perplessità sui protocolli e sulla formula di un torneo sempre più frammentato, che rischia d’ora in avanti di assumere le sembianze di un puzzle con le tessere costituite dalle partite giocate senza quell’ordine cronologico stabilito preventivamente, e che nella speranza di tutti dovrebbe portare, alla fine della regular season, all’immagine completa, leggasi la classifica buona per disegnare la griglia play-off. Lasciando per un attimo da parte la graduatoria utile per comporre il tabellone della Coppa Italia, compilato sulla base delle prime otto squadre piazzate al termine del girone d’andata.

Dubbi? Tanti, si diceva. Come quelli, sui protocolli, esternati da Stefano Recine, direttore sportivo di Perugia, ad Alberto Aglietti nell’intervista pubblicata dall’edizione umbra de La Nazione: «Posso affermare che le ipotesi fatte per lo sport di alto livello non convincono: noi siamo stati tutti sintomatici, nessuno si è negativizzato in quattordici giorni, i protocolli vanno cambiati perché dire che si gioca dopo dodici giorni è impossibile». Ed anche il fronte del ‘c’è chi dice no’ sembra ingrossarsi: particolarmente tranchant il commento di Fabio Venturi, direttore generale di Verona: «Non è un campionato regolare – dice nell’intervista pubblicata da L’Arena – fermiamo tutto per adesso e poi recuperiamo più avanti. Abbiamo chiesto alla Lega di sospendere la SuperLega, almeno fino a Gennaio, e bloccare le retrocessioni. Domenica si è disputata una sola partita…che campionato è?».

In un mare così mosso, con il rischio di burrasca imminente, il Presidente della Lega Volley tiene però la barra a dritta, con il prosieguo del campionato garantito almeno fino a fine mese per poi valutare la situazione senza fare programmi non solo a lungo, ma nemmeno a breve-medio termine. Con l’esclusione dell’ipotesi Nba (franchigie raggruppate in unica location, al fine di circoscrivere le possibilità di contagio diretto e disputare tutte le gare in ambiente protetto) ed un’apertura alla formula già sposata dalla Champions League, vale a dire la creazione di ‘bolle bio-sicure’ che potrebbe diventare applicabile in SuperLega. «La bolla è l’ermetismo assoluto – spiega a Francesco Cottafava della Gazzetta di Modena – con centinaia di persone tutte chiuse in una struttura con albergo e campo da gioco per un mese: non mi sembra praticabile. I raggruppamenti, invece, sono un’altra cosa: quattro squadre che giocano in una sede unica, controllate ma non chiuse come in una bolla. I casi limite si verificano quando a fronte di sintomi si segnalano positivi vicino alla disputa del match. In quel momento non ci sono più i tempi per avere un nuovo responso dei tamponi in tempo utile per giocare. Nel calcio e nel basket utilizzano già i tamponi antigenici rapidi, che possono essere usati anche la domenica mattina e danno risposte in poco tempo: andremo in quella direzione anche noi».

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