Home Invasioni E Meoni fa…l’americano. «A Houston per lavorare con i giovani talenti americani»

E Meoni fa…l’americano. «A Houston per lavorare con i giovani talenti americani»

di Fabio

Nel suo caso, è l’America – e non il contrario – ad aver trovato lui. Ad aver trovato Marco Meoni, pluridecorato alzatore veneto che nelle Marche – con la casacca della Lube – ha scritto pagine indelebili nella storia del sodalizio biancorosso, senza dimenticare l’oro iridato e i tre allori continentali vinti con la maglia della nazionale italiana. E soprattutto ad aver trovato un preziosissimo mentore per i tanti talenti in erba del volley d’oltreoceano. Meoni si è infatti trasferito con la famiglia negli States nel 2018, spinto dalla curiosità per il mondo a stelle e strisce. E’ così diventato uno dei direttori tecnici di un importante realtà sportiva di Houston (la Absolute Volley Academy, per cui ha assunto anche l’incarico di responsabile degli alzatori delle squadre), metropoli americana dove il primogenito Filippo sta peraltro coronando il sogno di studiare ingegneria spaziale.

«Abbiamo 32 squadre – racconta Marco a Gianluca Pascucci, che lo ha intervistato per il Corriere Adriatico – senza contare il minivolley. Dall’under 12 all’under 18 nel nostro club ci sono novanta palleggiatori, c’è un bel da fare. Sono inoltre head coach della prima delle nostre tre formazioni Under 18. Da poche settimane ci siamo trasferiti nella nuova struttura di allenamento: ci sono otto campi da pallavolo indoor e altrettanti da beach volley. In Italia neanche un centro federale ha una struttura del genere. La mia attività sta proseguendo molto bene, ho un sacco di progetti in testa. La grande prerogativa qui è che se hai un’idea hai tutti gli strumenti per poterla realizzare. Posso aggiungere alla qualità anche la mia conoscenza nel mondo del volley: il mio sogno è realizzare una scuola per soli palleggiatori, una cosa fattibile qui negli Stati Uniti che si può combinare con lo stile di vita americano. L’attività giornaliera delle famiglie è incentrata intorno alla scuola, dove si fa sport e si creano le attività extra dei ragazzi. Tutto ruota intorno al distretto scolastico dove vivi».

Meo, l’Italia e il Covid. «Nonostante il periodo non facile per tutto il Mondo, qui non c’è stato mai un lockdown totale, per cui si lavora con una certa facilità tra mille precauzioni. Ovviamente, a causa della pandemia, in questo periodo non siamo nemmeno riusciti a tornare in Italia. E mi mancano gli affetti, gli amici e un po’ di stile di vita diversa nel quotidiano. Però ci siamo adattati molto bene, ci stiamo costruendo anche qui dei rapporti molto importanti. Sono felice qui, ma mi dispiace di non poter aiutare i miei soci in Italia in questo periodo difficile per il nostro mondo, ristorazione e beverage (Marco è infatti imprenditore nel settore, nonché maestro cioccolataio ndr). So però che stanno facendo di tutto per tenere la baracca sempre in piedi e sempre attiva».

Meo e la Superlega. «Le squadre che hanno vinto negli ultimi anni sono tra le favorite: vedi SuperCoppa, Coppa del Mondo e scudetto dell’anno scorso. La scaramanzia non mi manda oltre. Però speriamo che non venga fermato il campionato, sebbene giocare una partita senza pubblico sia una delle cose più demotivanti che possa esserci».

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